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Alcune lettere scritte da Francesco Baracca

5 maggio 1912

 

E' una cosa sorprendente volare, un magnifico sogno ad occhi aperti […]

Montai su un Henriot a due posti: io avanti; il pilota dietro. Appena il motore si mosse, l'apparecchio partì per l'aria come una freccia: nel lasciare la terra non ho provato nessuna impressione, tanto l'apparecchio dava segni di stabilità. Eravamo a 30-40 metri e si andava a 70-80 chilometri all'ora e mi pareva quasi che l'apparecchio fosse fermo: e questa, infatti, è l'impressione che si prova alle grandi altezze ed anche quando si marcia, a più di 100 all'ora dicono i piloti […]

Era un magnifico sogno, ad occhi aperti, vedermi scorrere di sotto gli alberi, la strada la campagna; è una cosa piacevolissima guardar giù e mi sono assicurato di non soffrire affatto di capogiri. Il pilota mi aveva raccomandato di non muovermi molto ed io, guardando, gli gridavo: Plus haut ! Plus haut! Infatti andammo presto a 100 metri e, quando di nuovo fummo ritornati sull'aerodromo, con un bellissimo volo plané, l'apparecchio ci posò dolcemente a terra.

 

 

26 maggio 1915

 

L'apparecchio su cui io imparo è un piccolo biplano 'Nieuport', che fa i 140 chilometri all'ora, e serve esclusivamente per 1'esplorazione e la caccia; è bellissimo, e tanto il pilota che il passeggero possono sparare con mitragliatrice e fucile automatico, e la gran velocità porta superiorità sull'apparecchio avversario […] Dicono i piloti che la più grande soddisfazione è di abbattere un 'Taube" a colpi di mitragliatrice; spero anch'io presto di provare tale soddisfazione.

 

8 aprile 1916

 

Ieri fu il trionfo della mia squadriglia; abbiamo abbattuto due velivoli nemici dopo tanti mesi di voli continui e di combattimenti poco fortunati. Fin dalle 4 della notte eravamo in piedi poiché fra le nubi e sopra di noi si udivano rumori di velivoli austriaci: in tutte le direzioni, in alto, verso Palmanova, verso Trigesimo, verso Casarsa sparavano e nella notte brillavano i lampi degli shrapnels e i fasci dei riflettori.

Alle prime luci, prima delle 5, avanti il sorgere del sole, siamo tutti partiti in volo e ci siamo poi dispersi nel cielo verso i 2000 metri; e giravo in tutte le direzioni scrutando l'orizzonte; e ho veduto di lassù il sole uscir dietro i monti ed uno spettacolo di luci meraviglioso.

Dopo mezz'ora sparavano verso Palmanova; un aeroplano passava, altissimo, lontano, puntando a Gorizia; un altro più indietro veniva dal Tagliamento pure su Gorizia, velocissimo: erano austriaci. Ho stimato di poter attaccare quest'ultimo ed ho virato verso il Torre per tagliargli la strada. L'ho incrociato che era ancora 600 metri sopra di me ed allora ho cominciato la caccia: montavo il piccolo " Nieuport " 170 km. Vedevo sopra di me le grandi ali dell' "Aviatik " con le croci nere, filava velocissimo e poco guadagnavo su di lui; quando salivo troppo mi avanzava in velocità.

Accostandomi ho cominciato una manovra difficilissima per coprirmi dai suoi colpi;

vedevo i1 mitragliere affacciarsi da una parte ed io viravo dall'altra e viceversa: questo giuoco è durato qualche minuto finché gli sono arrivato 50 metri dietro la coda e sotto verso i 3000 metri d'altezza.

Allora in un attimo ho cabrato forte l'apparecchio, ho puntato e sono partiti 45 colpi di mitragliatrice. E' stato un istante: il nemico si é piegato pesantemente ed è precipitato quasi a picco ed io dietro giù urlando dalla gioia. Eravamo già quasisull'Isonzo, se lo sbagliavo andava di là. L'ho seguito per un po' nella discesa, poi l'ho perduto, poi l'ho visto dopo qualche tempo in un prato vicino a Medea, mentre una folla di persone accorreva da ogni parte.

Sono sceso là presso e mi son visto precipitarmi addosso una massa di soldati e di ufficiali che gridavano: " Viva l'Italia! " e mi hanno preso, baciato, portato in trionfo sull'apparecchio nemico. Ma la più grande commozione l'ho provata quando mi son veduto in mezzo ai soldati del 112° reggimento del povero Enea.

L' " Aviatik " abbattuto era giunto a terra non guasto: è bellissimo, grande, con un motore di 200 cavalli, una buona mitragliatrice austriaca a nastri di 125 colpi l'uno e una pistola Mauser. Avevano gettato , pare , sette bombe sulla ferrovia e stazioni al di là del Tagliamento E' uno degli ultimi apparecchi, nuovi, perfezionati, da ricognizione e da combattimento di gran velocità, 145 km. all'ora. La fusoliera era

forata dalle pallottole in diversi punti. Il pilota, un cadetto viennese di 24 anni, ferito leggermente alla testa è salvo per miracolo perché ben otto palle lo hanno sfiorato; l'osservatore, un primo tenente, è invece ferito gravemente da tre palle e forse non se la caverà. L'apparecchio era tutto intriso di sangue coagulato al posto dell'osservatore e dava una triste impressione della guerra.

Ho parlato a lungo col pilota austriaco, stringendogli la mano e facendogli coraggio poiché era molto avvilito ; veniva dal fronte russo dove aveva guadagnato la croce di guerra e medaglia al valore che portava sulla sua uniforme azzurra. Non aveva potuto salvarsi dalla mia caccia e mi esprimeva la sua ammirazione con le poche parole di italiano che sapeva. Aveva dovuto scendere avendogli forato in varie parti i serbatoi della benzina e mentre l'osservatore ferito e caduto dietro la mitragliatrice gridava pel dolore. Avendo bene atterrato con l'apparecchio intatto non aveva potuto bruciarlo causa la presenza del passeggero ferito. Una folla di soldati ed ufficiali era accorsa da ogni parte, tanto che hanno dovuto far sgombrare con la cavalleria e sparando fucilate in aria, poiché là era terreno battuto dai cannoni austriaci a lunga portata e potevano vederci, nonostante la nebbia. Molti generali e colonnelli sono venuti a congratularsi con me e a vedere l'apparecchio […]

La squadriglia oggi è raggiante; nessun austriaco è più comparso nel cielo; abbiamo qui le spoglie del nemico. Ti scriverò poi altri particolari, ma temo già di aver scritto troppo, perciò non farai

leggere questa lettera che ai parenti e a pochissimi amici.

 

11 dicembre 1917

 

Ho avuto la soddisfazione più grande nel leggere il mio nome nel bollettino ufficiale dell'Esercito: premio che mi compensa di tutti i sacrifici, di tutti i pericoli corsi contendendo al nemico il nostro cielo.

Ho abbattuto il mio 30° nelle nostre linee un mattino di grande attività: il 7, alle ore 10,20. Pattuglie nostre, inglesi e francesi incrociavano sulle linee. Il primo apparecchio fu abbattuto da me; il secondo da Ranza e dal sergente Magistrini della mia squadriglia; il terzo da un altro sergente.

Il mio volava sull'altipiano di Asiago; vidi dapprima gran quantità di colpi antiaerei nostri, bassi, planai giù cercando il nemico e non lo vedevo ancora. Me ne accorsi quando gli fui sopra, soltanto a 400 metri; aveva le ali tinte di nero e soltanto parte della fusoliera in giallo, perciò si confondeva col colore dei boschi sottostanti. Era un "Albatros" austriaco. Impegnai combattimento a 2600 di quota, poco più di metri 6oo da terra; dopo un vivo fuoco di mitragliatrici che ci scambiammo, l'osservatore dovette rimanere colpito perché non sparò più; e poi con tre colpi ancora ben centrati mandai l'apparecchio in fiamme. Fu una visione veramente lugubre veder cadere quell'apparecchio tutto nero con la fusoliera gialla e le fiamme dietro nel bosco di monte Kaberlaba; non potei andar là sopra perché era troppo lungi e non avevo subito un auto a mia disposizione e dovevo partire di nuovo nel pomeriggio con la pattuglia; inseguimmo infatti alle 4 del pomeriggio un "Albatros" sul monte Grappa fin verso Feltre, ma non si poté raggiungerlo. I cacciatori inglesi e francesi sono anch'essi meravigliosi: tre di essi, capitani, sono caduti in combattimento.

Vengono ai miei ordini dei piloti inglesi che formeranno un'altra squadriglia da caccia insieme con la mia e coi loro apparecchi veloci e bene armati: me ne farò dare uno.

Aspetto io pure dalla Francia gli "Spad" 2oo HP a due mitragliatrici. Le operazioni ora volgono al meglio; sugli Altipiani si sono avute lotte violentissime nelle quali subimmo molte perdite, ma i soldati si sono battuti tutti da valorosi ed il nemico non ha sfondato la linea ed ha sacrificato gran quantità di uomini: il morale è ora altissimo in tutte le truppe.

Si attendeva in questi giorni una ripresa dell'offensiva tedesca, invece non è venuta. Disgraziatamente abbiamo perduto gran parte dell'artiglieria ed ora ci troviamo inferiori, ma giungono continuamente truppe francesi ed inglesi con grandi mezzi.

Vediamo molti ufficiali americani che sono pieni di entusiasmo e non vedono il momento di entrare essi pure in battaglia e disposti a far la guerra anni ed anni con la certezza della vittoria, e così pure pensano gli inglesi che verranno a sostituire nelle trincee i francesi e noi che abbiamo sostenuto fino ad ora il peso maggiore.

Abbiamo di nuovo completamente la supremazia aerea ed ogni aeroplano nemico che si presenta sulle linee è abbattuto o da noi o dagli alleati. Ora anche se i tedeschi riuscissero a venire avanti, il terreno sarà contesa palmo a palmo e non si farà più la ritirata all'Adige.

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