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Ecco le testimonianze orali che noi alunni di quarta 

abbiamo raccolto nelle nostre famiglie:

 

 

Lorenzo : Mio bisnonno, Lorenzo Rossi, ha combattuto al fronte

durante la Prima Guerra mondiale.

Alla fine della guerra è stato nominato

Cavaliere di Vittorio Veneto.

 

 

 

 

 

 

Alessia: Il  mio  trisnonno  aveva  quattro  figli  e  sono  stati  chiamati  a combattere nella  PRIMA  GUERRA  MONDIALE. La loro  mamma  pregava e  sono  tornati  sani e salvi, tranne uno  che è  stato ferito  alla  testa  con  una  granata ed è  morto poco dopo.

 

Mattia : Il papà di mio nonno, Tonietto Luigi, è stato chiamato in guerra all’età di 17 anni. Era nato nel 1899,  la mitica “classe di ferro”. Ha combattuto sul Piave e nella Disfatta di Caporetto. È riuscito a sopravvivere per tutta la prima guerra mondiale dal 1915-1918. Il Ministero della Guerra lo aveva fregiato della medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto.

 

Giulia: La mia bisnonna quando ha visto la Prima Guerra Mondiale aveva otto anni. Mi ha raccontato che la vita a quei tempi era molto dura, ma i bambini si divertivano con poco. Abitava a San Zeno degli Ezzelini e mi ha detto che l’unico posto dove atterravano gli aerei, che combattevano tra il Piave e il Grappa, era il campo d’aviazione che si trovava a Casoni. Lì c’era una distesa di campi  e un palazzo chiamato “Comello”. In questa casa grande c’era una signora molto gentile che offriva del cibo ai piloti che atterravano con gli aerei. La mia bisnonna mi ha anche detto che quando era sera tutte le famiglie si rifugiavano nella stalla e lì facevano il “filò”: gli uomini parlavano delle paure che la Guerra avrebbe portato, le donne invece raccontavano le fiabe. Qualcuno controllava che le lanterne fossero spente perché se passava l’aereo “Pippo” bombardava dove c’erano delle luci accese.

 

Jacopo: Mio nonno si ricorda che il suo nonno gli raccontava che durante la prima guerra mondiale hanno sofferto la fame perché i soldati nemici entravano nelle case e portavano via quello che trovavano, anche il cibo.

 

Sabrina: Davanti  alla casa del mio bisnonno c’era una baracca adibita  a cucina per i piloti e soldati francesi. Siccome durante  la notte  c’erano molti rastrellamenti , cioè passavano i nemici a catturare i piloti e i soldati francesi, per dormire questi si nascondevano nei campi di granoturco oppure creavano dei buchi nei covi di fieno e vi si nascondevano dentro. 

 

Matteo: Mio nonno Gino mi ha raccontato di quando il suo nonno durante la  PRIMA GUERRA MONDIALE,  in una delle tante battaglie combattute lungo il PIAVE,  l’ acqua che scendeva era di colore rosso del sangue dei soldati.

Mio nonno Feruccio mi ha raccontato che il suo nonno è morto nel 1918,  nell’Impero Austro Ungarico, durante le fasi finali della guerra. Il papà di mio nonno, infatti, era nato nei Colle dei Meneghini (Trento) nel 1912, periodo in cui questo Colle si trovava sotto l’Impero  Austro-Ungarico.  

 

Stefano:  Mia nonna mi ha raccontato che il mio bisnonno ha vissuto in prima persona la Grande Guerra. Era un giovane di circa vent'anni ed apparteneva al corpo dell’ artiglieria di montagna. Per camminare dovevano faticare molto e, per trasportare le armi e i viveri, avevano bisogno dei muli. Si riposavano molto poco perché, quando il nemico si riposava, loro dovevano preparare nuove trincee.  La  montagna dove combattè il mio  bisnonno era il Monte Asolone.  Mia nonna si ricorda ancora che aveva visto tantissimi morti e che il  generale Gaetano Giardino diede l’ordine di arretrare sul monte più vicino perché  il nemico avanzava.  

 

Chiara B.: Frattini Guerrino, cugino della bisnonna Stella, è morto su una nave silurata dal nemico. Altri uomini di Casoni, arruolati nell’ esercito, hanno combattuto sul monte Grappa e sul monte Ortigara. Molti di questi non sono tornati. A Casoni c’ era il campo di aviazione con i migliori piloti.

 

Chiara A.: Mio nonno mi ha detto ciò che gli aveva raccontato suo papà Giovanni e suo nonno Pietro. Nel limite sud-est del campo d’aviazione, che si trova nel nostro paese, esisteva un grandissimo pioppo alto circa 25-30 metri sul quale era collocata una torretta. Dentro questa c’era sempre una guardia con il cannocchiale che controllava il cielo. Se vedeva arrivare un aereo nemico, avvisava e subito si alzava in volo un aereo per combattere. Parte del pioppo è stato colpito da un fulmine in seguito. Finita la guerra ha fatto in tempo a vederlo anche mio nonno Umberto.  

 

Francesca V.: il nonno di mia mamma, che si chiamava Basilio, era nato a Casoni il 5 marzo 1898. Ha combattuto durante la Prima Guerra Mondiale, anche sul monte Grappa. Una notte, prima di una battaglia, è scappato dal fronte ed è tornato a casa a piedi. Poi però si è pentito ed è ritornato a piedi in Grappa per stare vicino ai suoi compagni. E' sopravvissuto alla guerra e ha avuto cinque figli, ma la guerra è stata per lui un ricordo che non lo ha lasciato mai.

 

Chiara B.:   Il nonno mi ha raccontato che di notte, quando sentivano gli aerei arrivare,  spegnevano le luci, chiudevano i balconi e mettevano il cartone nelle finestre in modo che non filtrasse neanche una piccola luce altrimenti bombardavano le abitazioni. 

 

 

Nicole: Rossi Pietro era il nonno del mio papà. E’ nato nel 1908; aveva 7 anni quando la Prima Guerra Mondiale è iniziata quindi lui non l’ha combattuta, ma l’ha vista e vissuta. E’ morto all’età di 82 anni.

 

Rebecca: Il mio trisnonno, si chiamava Antonio Tedesco e ha combattuto la Prima Guerra Mondiale sul Monte Grappa. E’ nato nel 1878 ed è stato chiamato in guerra nel 1915. E’ tornato a casa nel 1918. Purtroppo è morto di vecchiaia nel 1960 all’età di 82 anni ed è stato sepolto nel cimitero di San Zenone degli Ezzelini nella tomba di famiglia.

 

Manuel: durante le serate, quando le famiglie riuscivano a trovarsi, nelle varie contrade si faceva il Filò. Filò è un termine dialettale usato per definire il ritrovo delle famiglie nelle stalle o nei fienili, nei pochi momenti di tranquillità, per stare insieme e parlare.

Il papà di mio nonno è andato in guerra a 17 anni. Ha combattuto sul Piave e ha partecipato alla battaglia di Caporetto. E’ stato insignito della medaglia in ricordo della guerra dallo stesso Benito Mussolini.

 

Francesca C.: il mio bisnonno ha fatto la Prima Guerra Mondiale.

Si chiamava Giovanni Ferronato, è nato a Romano d’Ezzelino nel 1891

ed è stato chiamato in guerra all’età di 24 anni.

Mia nonna mi ha raccontato che il mio bisnonno durante la guerra

ha patito la fame e la sete: beveva l’acqua piovana delle pozzanghere.

Lui diceva a mia nonna che gli anni dopo la guerra erano tutti regalati

perché avrebbe dovuto morire lì. 

 

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